Museo Diocesano
Il primo progetto di musealizzazione dei tesori della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Asti risale agli inizi degli anni Novanta del XX sec. Questo intervento prevedeva il restauro dei Chiostri dei Canonici, situati all’interno del complesso episcopale della Cattedrale, assegnando a questi spazi la funzione di conservare e valorizzare i reperti lapidei, i tessuti, gli argenti e quanto fa parte del patrimonio storico e culturale della Cattedrale. Il progetto, non realizzato per mancanza di fondi, è servito da punto di partenza per l’attuale museo in corso di realizzazione.
La necessità di restaurare il tetto della chiesa di San Giovanni (anch’essa situata all’interno del complesso della Cattedrale), nella seconda metà degli anni Novanta, e la richiesta delle tre Soprintendenze (Beni Architettonici, Beni Artistici e Beni Archeologici) fanno sì che il progetto per la realizzazione del Museo della Cattedrale venga ridiscusso e ripensato dalla Diocesi in termini più ampi, non solo utilizzando gli spazi dei Chiostri dei Canonici, ma considerando tutta l’area compresa tra la Cattedrale e la chiesa di San Giovanni comprendendo i chiostri stessi.
Il nuovo studio di fattibilità s’imposta lungo direttrici che riguardano il restauro dei fabbricati esistenti (Chiostri dei Canonici, chiesa di San Giovanni, torre di Santo Stefano), la messa in luce dei reperti archeologici, la risoluzione del problema dei dislivelli e dell’equilibrio dei volumi mediante la formazione di una ripa verde, contenente uno spazio che, oltre a divenire un sito archeologico, funge da collegamento degli ambienti museali situati negli edifici già citati. La chiesa di San Giovanni diventa così uno spazio versatile atto ad assolvere diverse funzioni, mentre i Chiostri accoglieranno i tesori della Cattedrale. Il progetto iniziale ha poi subito numerose varianti causate dalla ricchezza delle informazioni emerse durante i lavori di scavo (iniziati nel 2001 e protratti fino al 2008) e di restauro.
Attualmente, la realizzazione della prima soletta di copertura degli spazi ipogei ha consentito la protezione delle strutture archeologiche emerse e la realizzazione di una prima parte degli spazi museali. L’apertura dello Spazio San Giovanni, infatti, ha il duplice scopo di rendere fruibile parte del complesso museale mostrando la monumentalità della chiesa e cripta di San Giovanni, vero museo di sé stesso, e di esporre temporaneamente una parte di ciò che viene comunemente inteso come tesoro della Cattedrale, senza dimenticare la ricollocazione del coro ligneo di Baldino di Surso (1477), di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, consegnato in comodato alla Diocesi di Asti.